Lungo la Strada Provinciale n.15, sulle pendici di una collina, si distende il paese di Sorradile a 356 m. s.l.m., piccolo centro della provincia di Oristano, da cui si gode un incantevole panorama sulle rive vallive sottostanti e sul lago Omodeo, offrendo uno spettacolo unico nel suo genere a qualsiasi visitatore attento alle bellezze naturali, in un territorio ricco di vegetazione e fonti d’acqua. A vederlo alto contro il cielo , il paese apparirà singolarmente esteso, così che sorprende scoprire che oggi non ha più di 429 abitanti.
In realtà la vastità dell’abitato è conseguenza della natura del suolo, così diseguale da non consentire che si costruissero le case addossate l’una all’altra, come è accaduto in quasi ogni altro paese. La grande ondata dell’emigrazione, infatti, portò via da qui buona parte dei giovani e poi molti fra i meno giovani e famiglie intere. I più andarono a cercare lavoro nelle grandi città della penisola, non pochi in Francia, in Svizzera, in Germania, ma altri si spinsero molto più lontano ve ne sono alcuni nelle isole Hawaii ed altri in Australia. Pochi sono tornati ed oggi il paese è caratterizzato da un lento e continuo calo demografico.
Il Territorio
È situato nella regione storica del Barigadu, svolgendo un importante ruolo di “cerniera”, tra pianura e montagna, geograficamente occupa una posizione centrale rispetto ai paesi confinanti: Ardauli, Nughedu Santa Vittoria, Bidonì, Olzai, Sedilo, Tadasuni e Zuri, (frazione di Ghilarza).
Il territorio si estende per 25,54 kmq, composto prevalentemente da boschi di querce secolari ed abbondanti sorgenti di acqua cristallina. Si estende in una fascia altimetrica dai 110 m. s.l.m., lungo il lago Omodeo che presenta sponde sabbiose e pietrose ricca di arbusti tipici delle zone umide. In prossimità dell’abitato si alternano mandorleti, oliveti, vigneti e pascoli arborati. Ricchissimo di fauna, il territorio, nella sua duplice caratteristica di zona umida e montana, variegato di specie di uccelli presenti in prossimità del lago Omodeo e del fiume Taloro. I corsi d’acqua perenni sono il fiume Tirso ed il Fiume Taloro che confluiscono nel bacino artificiale dell’Omodeo, che ebbe a lungo il primato del più grande lago artificiale di Europa. Primato che non ha portato benefici all’intero paese, poiché, con l’invaso si sono dovuti sacrificare buona parte delle terre migliori, quelle pianeggianti e grasse del fondovalle; qui i ricchi pastori di Fonni venivano a svernare con le loro greggi, al riparo della neve e dei venti gelidi che in montagna rendevano problematici i pascoli. I sacrifici non sono finiti perchè con la costruzione della nuova diga e l’ampliamento dell’invaso sono stati sommersi altri 148 ettari di buona terra.
Il paesaggio è unico nel suo genere, un tempo, nei mesi di settembre ed ottobre, se la stagione era stata secca ed avida di piogge, il lago diventava asciutto o quasi, si poteva ammirare la foresta fantasma. Si trattava di un luogo molto suggestivo, sia perché si poteva camminare sul fondo del lago, sia perché era possibile ammirare i maestosi alberi che parevano pietrificati. Ogni anno infatti, gli alberi emergevano dalle acque del lago quasi a ricordare che un tempo, ormai lontano, in quello stesso posto esisteva un bosco lussureggiante. L’acqua, infatti, con la sua azione lenta ed inesorabile ha modellato e levigato i tronchi, conferendogli forme ardite e bizzarre. Nel lago vivono trote, carpe ed anguille. Le stesse sono state immesse nel lago a seguito di un progetto comunale.
Il Comune di Sorradile possiede un’isola amministrativa territoriale al confine con la provincia di Nuoro nella località Salto di Lochele, caratterizzata da un territorio aspro e ricco di vegetazione. Suggestiva è la gola che taglia il territorio ospitante il fiume Taloro, affluente al lago.
Il nome di Sorradile è stato interpretato in varie maniere. Lo Spano, come di solito, fa ricorso alla terminologia palestinese e afferma che la radice lessicale TSOR significa “fortezza elevata”. Un’antica leggenda racconta che i primi abitatori della zona decisi a costruire un villaggio furono costretti ad abbattere i numerosi alberi di leccio, ma vollero ricordare l’avvenimento adottando un curioso stemma che riporta l’immagine di una sega, in sardo serra, e di un’elce, in sardo Elighe, da cui il toponimo “Serra de èlighe”, ossia l’attuale Sorradile.
Infatti sul borgo dell’antico fonte battesimale della parrocchia di San Sebastiano è scolpito questo stemma che serve per confermare questa leggenda. Altri, invece, interpretano il nome della località come “Serra de s’elighe” inteso come “Pendio del bosco di elci”: tutte esposizione fantasiose e poco attendibili, poiché in Sardegna esistono moltissimi toponimi consimili che fanno riferimento ad un nuraghe o ad un complesso nuragico.
Bellissimo il panorama, ammirabile da qualsiasi scorcio, grazie all’impostazione delle costruzioni a terrazze ( con nuclei abitativi a più livelli fuori terra), suggestiva la struttura, con il borgo antico formato da case caratterizzate da sfumature e decorazioni di trachite rossa. Il paese si è sviluppato alle estremità con nuove costruzioni ampie e confortevoli, determinando la realizzazione di nuovi rioni e lo spopolamento del centro storico caratterizzato da strade strette ed irregolari.